20/10/2025 RISPARMIO PREVIDENZIALE, LE IMPRESE CAMBIANO I PIANI (SECONDO WTW)
Una revisione dei piani di previdenza conmplementare. E' quanto stanno facendo le aziende europee secondo la Western Europe Retirement Plan Survey 2025, ricerca di Wtw effettuata su circa 460 imprese (con un totale di quasi un milione di lavoratori) in dieci mercati del nostro continente,
Le aziende, afferma l'indagine, puntano a incentrare i nuovi progetti pensonistici sui dipendenti, puntando anche all’integrazione della tecnologia.
Più incentivi. Lo studio dice che le priorità delle aziende europee sono incentivare le risorse umane al risparmio pensionistico (60%) e migliorare il benessere finanziario (55%) e lo status economico alla pensione (53%). Meno i datori di lavoro che pensano di ridurre i costi delle offerte benefit in questo ambito (30%)
Le imprese, sempre secondo Wtw, stanno cercando di migliorare la comunicazione dei loro benefit previdenziali (60%) e di investire in digitale per facilitare la comprensione di questi temi (55%)
“Le aziende stanno riconoscendo la necessità di riformulare i piani pensionistici in base alle esigenze dei dipendenti", ha detto Marta Vasa, managing director, retirement Italy di Wtw. "Ciò significa fornire una guidance più chiara e coinvolgere i dipendenti in modo più diretto. In questo modo, le aziende non solo contribuiscono a migliorare le prospettive economiche al momento della pensione, ma aumentano la propria capacità di attrarre e trattenere i talenti”.
I punti critici. Il 46% delle imprese europee pensa tuttavia di non riuscire a offrire formule per assicurare un reddito adeguato durante la pensione. Fra le difficotà indicate, la gestione dei costi e dei rischi (47%) e la riduzione del tempo dedicato alla definizione dei piani (43%).
Per cercare di ovviare ai punti critici e rendere più semplice l'amministrazione e l'erogazione dei progetti pensionistici, le imprese puntano su tecnologia, automazione e outsourcing.
“La nostra ricerca evidenzia le crescenti aspettative nei confronti delle aziende affinché assumano un ruolo più significativo nel sostenere il benessere finanziario e la sicurezza pensionistica dei dipendenti", dice Maria Vasa. "Sfruttando gli strumenti digitali, l'analisi dei dati e l'efficienza operativa, si possono creare piani pensionistici che rispondano realmente alle esigenze dei dipendenti e che garantiscano risultati migliori".
Mezzogiorno in ritardo. La ricerca evidenzia anche la diversità di partecipazione ai fondi pensione fra nord e sud: il 57,2% risiede infatti a settentrione, dove le contribuzioni medie sono più alte, con punte che sfiorano i 3.500 euro, il doppio rispetto a molte regioni del sud.
"Lo scorso anno in Italia", conclude Marta Vasa, "la previdenza complementare ha ottenuti risultati complessivo positivi, con un incremento del numero degli iscritti e una crescita sostenuta del valore delle risorse in gestione (243 miliardi di euro, +8,5% rispetto all’anno precedente). Tuttavia, la partecipazione a questi programmi risulta ancora caratterizzata da un netto dualismo: continuano a prevalere le adesioni di lavoratori “forti”, occupati nelle regioni settentrionali o centrali, di genere maschile e di età matura. E' allora ragionevole chiedersi se e in che modo possa essere migliorato il sistema: per esempio attraverso un’ampia ed efficace campagna di informazione o altri interventi di natura fiscale”.

