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  • un naufragio

20/07/2020 TRASPORTO MARITTIMO, MENO PERDITE. MA IL COVID...

Le grandi perdite nel trasporto marittimo si trovano al minimo storico e sono calate del 20% anno su anno. Ma le difficili condizioni operative e la crisi economica generata dal coronavirus potrebbero creare un nuovo fronte per il settore delle spedizioni. E compromettere il progressivo miglioramento a lungo termine della sicurezza del comparto.

Lo afferma il Safety & Shipping Review 2020, studio realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty.

 

Numeri in costante miglioramento

Nel dettaglio, nel 2019 sono state perse 41 navi in tutto il mondo, contro le 53 dell'anno prima. Il dato è in forte calo rispetto alle statistiche precedenti: il trend degli ultimi dieci anni ha visto infatti un -70%, che per la società del gruppo Allianz è "frutto degli sforzi sostenuti nella regolamentazione, nella formazione e nel progresso tecnologico".

Questa tendenza positiva ha permesso al settore di affrontare con meno preoccupazione un "momento difficile per l'industria marittima, in cui tutti gli sforzi erano rivolti alla riduzione delle emissioni e ad affrontare questioni come il cambiamento climatico, i rischi politici e la pirateria, ma anche problemi operativi come gli incendi, ha affermato  Baptiste Ossena, global product leader hull insurance, di Agcs.

Ora però è arrivato il Covid-19, che ha aggiunto un'ulteriore criticità – e che criticità. "Ora", ha detto Ossena, "il settore deve superare un’ulteriore prova: riuscire a operare in un mondo molto diverso, caratterizzato da uno scenario che, a causa della pandemia, è incerto sia dal punto di vista economico, sia da quello della salute pubblica".

 

Un cigno nero in mare

Il Covid ha ridotto di molto le partenze delle navi – anche se, osserva la ricerca, il settore ha proseguito a operare anche durante la fase più acuta della malattia. I rischi maggiori evidenziati dalla società del gruppo Allianz sono: più possibilità di errori umani a bordo, causati quando non si può cambiare l'equipaggio - situazione che rischia di peggiorare lo stato di salute di chi naviga; rischi di danni ai macchinari (già prima del Covid una delle cause principali di richieste di risarcimento assicurativo), che dipendono da interruzione di servizi e manutenzione essenziale; aumento di pratiche scorrette e utilizzo di attrezzature difettose, per la riduzione o dal ritardo dei controlli stabiliti dalla legge e delle ispezioni nei porti; più danni a carico e consegne, per la forte pressione sulle supply chain; difficoltà a rispondere rapidamente alle emergenze e problemi per gli incidenti che dipendono dal supporto esterno; più atti di pirateria, rischi politici o problemi dovuti alle condizioni meteorologiche estreme per l'aumento delle navi in disarmo.

"Il rallentamento dell’economia e del commercio sta facendo lievitare i costi per gli armatori", ha affermato il capitano Rahul Khanna, global head of marine risk consulting di Agcs. "Come ci insegna l’esperienza passata nella gestione delle crisi, le prime aree a rischio taglio sono i budget per l'equipaggio e per la manutenzione. Ciò può avere un impatto determinante sulla sicurezza delle operazioni, causando danni o guasti, che a loro volta possono portare a incagli o collisioni. È fondamentale che la recessione non influenzi gli standard di sicurezza".


 

I luoghi più critici

Ma dove avviene la maggior parte dei sinistri? Secondo il rapporto Agcs, prevale – pur con numeri in diminuzione - la regione della Cina meridionale (Indocina, Indonesia e Filippine, con un quarto delle navi perse a livello mondiale: 12 nel 2019 e 228 nell'ultimo decennio.

La responsabilità del il commercio molto sviluppato, le rotte particolarmente trafficate, l’età avanzata degli equipaggi, i tifoni e la sicurezza non sempre ottimale su alcune rotte nazionali dei traghetti.

Al secondo posto il Golfo del Messico (quattro navi perse) e la costa dell'Africa Occidentale (tre).

A essere più minacciate sono le imbarcazioni da carico (15 perse nel 2019, un terzo del totale mondiale), soprattutto per naufragio, ma anche per problemi legati al maltempo. Le barche con più problemi di sicurezza sono invece le roll-on/roll-off (ro-ro, quelle che trasportano veicoli su ruota, gomma o ferro), con perdite e incidenti in crescita.

"L'aumento del numero e della gravità dei sinistri sulle ro-ro è preoccupante", ha detto Khanna, "Rispetto alle altre navi, queste possono essere più esposte a problemi di incendio e di stabilità. Molte di esse hanno turni intensi nei porti, e una serie di indagini sugli incidenti hanno rivelato che i controlli di stabilità prima della partenza non sono stati effettuati come richiesto, o si sono basati su informazioni sul carico imprecise. Troppo spesso considerazioni di natura commerciale hanno messo in pericolo le navi e gli equipaggi ed è fondamentale che questo aspetto venga affrontato sia a terra, sia a bordo".

Oltre al coronavirus, i rischi crescenti sono le situazioni di tipo geopolitico, i timori di conflitti cyber (segnalata una crescita di spoofing Gps e un'exploit di attacchi virtuali dopo la pandemia), la difficoltà di adattare le navi agli obiettivi di riduzione delle emissioni (con più richieste di risarcimenti).

https://www.agcs.allianz.com