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  • medici

09/12/2020 IL COVID FRENA GLI ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI

Negli ultimi mesi, oltre un italiano su due (53%) ha annullato le visite che aveva programmato, o almeno ha eseguito solo quelle davvero improrogabili. Scelta che per il 23% è dipesa dalla decisione delle strutture sanitarie, i cui sforzi sono stati dirottati alla dura sfida del Covid.

Lo evidenzia l'Osservatorio Sanità, ricerca di Unisalute e Nextplora sulle abitudini dei consumatori nel campo della prevenzione e della sanità.

Il rinvio o l'annullamento delle visite, si legge nel rapporto, proseguirà anche nel 2021: l'anno prossimo, il 41% degli intervistati si sottoporrà solo alle visite essenziali e unicamente in caso di bisogno, mentre un ulteriore 20% eviterà qualsiasi struttura sanitaria, considerata a rischio Covid. Non è solo la paura o l'intasamento di studi medici e ospedali a spingere questo fenomeno: l’11% farà meno visite perché non può sostenere i costi del ticket.

Soltanto il 22% vuole andare avanti normalmente, non rinunciando agli accertamenti diagnostici che avrebbe effettuato se non fosse intervenuta l'emergenza-coronavirus.

Tuttavia, prima o poi le visite andranno recuperate. Almeno le più importanti. Con un rischio molto probabile: un nuovo intasamento delle strutture sanitarie e di un conseguente allungamento dei tempi. Più che un'eventualià, una quasi certezza, che influirà su un trend emerso dalla ricerca: il 35% delle persone ricorrerà a strutture private per recuperare i controlli arretrati e più della metà di loro (52%) lo farà proprio per abbattere i tempi di attesa.