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  • Un'immagine del convegno Uea-Das

06/03/2018 LA LEGGE SULL’OMICIDIO STRADALE AL CENTRO DI UN CONVEGNO UEA-DAS

I recenti cambiamenti normativi determinati dalla legge 41 del 23 marzo 2016, che ha introdotto nell'ordinamento italiano il reato di omicidio stradale, sono stati l’occasione per parlare dell’evoluzione della mobilità e, con essa, delle esigenze di protezione di chiunque circoli su strada. La partecipazione e l’interesse per il convegno (nella foto un momento dell'incontro) realizzato dall'Uea (Unione europea assicuratori) e Das – compagnia di tutela legale di Generali Italia – sono stati tali da far decidere agli organizzatori di mettere in calendario un secondo appuntamento già ad aprile.

D’altronde, a quasi due anni dall’entrata in vigore la regolamentazione contenuta nel nuovo articolo 589-bis e 590-bis del Codice penale ha già avuto un forte impatto sulla giurisprudenza e sul mondo assicurativo. Questa legge s’inserisce inoltre in un contesto di grandi cambiamenti legati alla mobilità delle persone. “Oggi oltre alla macchina di proprietà utilizziamo bicilette e scooter, car sharing e bike sharing, e segway”, sottolinea Marco Rossi, head of insurance di Das, “mezzi diversi che, soprattutto alla luce della nuova legge, richiedono nuove coperture che ti seguono ovunque tu vada e con qualunque mezzo tu abbia scelto di muoverti”.

Il focus sulla legge 41 del 23 marzo 2016, affrontato dall’avvocato Roberto Ariagno, dello Studio legale associato Ariagno & Bianco, ha chiarito in particolare le aggravanti non bilanciabili che hanno portato al sostanziale inasprimento delle pene detentive e l’introduzione della procedibilità d’ufficio per le lesioni gravi e gravissime.

Nello specifico, in caso di omicidio stradale è prevista la reclusione da due a sette anni, mentre la pena va da tre mesi a un anno per le lesioni gravi, ovvero da uno a tre anni per quelle gravissime 
La pena viene aumentata da otto a dodici anni per l’omicidio colposo quando il conducente versi in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell’art. 186, comma 2 lett. c) Decreto legislativo 285/92, o in stato di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Un’aggravante che si applica anche per il caso delle lesioni gravi, con aumento della pena prevista di reclusione da tre a cinque anni, e gravissime, da quattro a sette anni.

Il convegno ha offerto esempi concreti tratti dalla recente giurisprudenza e soluzioni assicurative, come la nuova polizza Das in movimento che – oltre alla completezza e alla portata innovativa delle garanzie applicate – mira a promuovere un cambiamento culturale, un nuovo modo di concepire la mobilità e la protezione delle persone.

Un cambiamento culturale che va in molteplici direzioni e su molteplici fronti, in primis a livello istituzionale, se è vero – come sottolineato dal vicepresidente Uea Vittorio Brambilla di Civesio – che rispetto alla media dei paesi europei, che investono in sicurezza stradale quasi 11 euro pro capite annui, l’Italia investe solo 90 centesimi. Meno di un euro, a fronte dei 20 della Spagna e i 39 della Francia.

 “L’inasprimento del trattamento sanzionatorio per i casi di omicidio e lesioni stradali”, ha ricordato la vicepresidente Uea Anna Fasoli, citando le parole del magistrato Milto Stefano De Nozza,  “consentirà di raggiungere gli obiettivi auspicati solo e in quanto accompagnato da una crescita culturale che veda il pedone o il guidatore un bene da proteggere e non un ostacolo da superare”.