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  • Vincenzo Cirasola

24/06/2020 "DIGITALE NON SIGNIFICA DISINTERMEDIAZIONE"

Digitale non è sinonimo di disintermediazione. Ne sono sicuri i partecipanti a un dibattito che si è svolto ieri on line, a margine della presentazione di Covid 19: il Cigno Nero, libro scritto da Vincenzo Cirasola (nella foto) in collaborazione con i figli Gabriele e Giacomo. “Sono convinto che il ruolo dell’agente non debba essere messo in discussione, che resti essenziale e funzionale anche per le compagnie", ha detto il presidente del Gruppo agenti Generali Italia e di Anapa. "Il dibattito di oggi non fa che confermare quanto sostenuto nel libro, cioè che la digitalizzazione non vuol dire disintermediazione. Certo è che l’agenzia dovrà cambiare la sua organizzazione, verso un modello più ibrido che sposi la tecnologia a supporto dell’attività dell’agente e dei propri collaboratori, la cui presenza è essenziale, non solo perché ce lo ha ricordato il governo nella fase di lockdown, ma anche in linea prospettica. Nel nostro mercato, particolarmente sotto assicurato, nel futuro ci sarà più bisogno di consulenza per la protection e per la salute”. E più consulenza significa più intermediazione, chiaro.

 

Esempi virtuosi

Quindi, al bando qualsiasi atteggiamento vagamente luddista, sembra di intuire. Anche perché la digitalizzazione è inarrestabile. E ha già cambiato il mondo assicurativo e l'operatività quotidiana di chi ci lavora. Un esempio? La dematerializzazione dei contratti, evidenziata da Stefano De Polis, segretario generale dell'Ivass. Un'innovazione che si è rivelata preziosa per gli agenti in periodo di lockdown, anche se ha anche evidenziato problemi da affrontare, come la sicurezza informatica.

Ma durante la fase più acuta dell'emergenza sanitaria non si sono manifestati solo i rischi provenienti da internet, ma anche i pericoli - più devastanti - di contagio. Come ha evidenziato il suo direttore business Umberto Guidoni, l'Ania si è mossa insieme alle compagnie per introdurre protocolli per evitare agli agenti questa eventualità, dato che il settore assicurativo ha proseguito anche in periodo di lockdown. Guidoni ha anche difeso l’associazione dalla critica, evidenziata anche nel volume, sui mancati interventi diretti con le compagnie per richiedere maggiore partecipazione a supporto degli agenti.

 

La sfida dei Gafa

Ma torniamo alla digitalizzazione, contro cui – ha affermato Marco Oddone, chief marketing & distribution officer di Generali Italia - non bisogna opporre resistenza: occorre invece – ha proseguito - sfruttare la forza delle bigtech. E cioè i veri concorrenti del futuro, dato che aumenteranno la competizione e introdurranno nuove regole di business. A cambiare, ha concluso Oddone, non sarà tanto l'intermediario, quanto l’organizzazione dell’agenzia.

Sulla stessa linea Federico Rajola, professore ordinario di Organizzazione aziendale presso la facoltà di Economia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché direttore del Cetif e di Ilab: nessun dualismo quando si parla di digitalizzazione. Anzi: occorre prendere spunti da Google, Amazon, Facebook e Apple (tanto per citare i famosi "Gafa") e dalla facilità di utilizzo dei loro servizi per trasformare le agenzie. E farne strutture ibride. L'innovazione, ha proseguito il docente, ha sempre accompagnato il mercato assicurativo, e lo farà anche in futuro.

 

Il dibattito completo è disponibile a questo link