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11/11/2016 AGENTI: A MONTECARLO LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI CONFAGI

Una sala stracolma, all'hotel Fairmont di Montecarlo, ha salutato il primo congresso di Confagi, confederazione fra Anagina, Gaag e Unat, gruppi agenti (che, comunque, conservano la loro indipendenza) degli intermediari ex Ina Assitalia, Lloyd Italico e Toro. Momento topico del congresso – che rappresenta la prima uscita pubblica del nuovo soggetto – l'intervento dei tre presidenti: i leader “confederati” (come sono stati chiamati) hanno spiegato il senso dell'iniziativa, chiarendo a che punto si è spinto il progetto.

Ha iniziato Mariagrazia Musto, presidente di Unat, con un excursus storico. “Il processo d’integrazione di Generali Italia ha accorpato cinque reti”, ha ricordato, “tutte hanno dovuto confrontarsi con nuove strategie, dove alcuni aspetti della nostra vita assicurativa precedente hanno finito di assumere un ruolo un po' marginale. Inizialmente, questa situazione ci ha provocato un certo sbandamento, abbiamo impiegato un pò di tempo per capire. Ma per superare la fase di roll out ci siamo seduti allo stesso tavolo, e abbiamo scoperto che non solo non eravamo più concorrenti, ma che avevamo anche le stesse modalità di relazionarci. Quello che poi è accaduto era inevitabile”.

“Le nostre parole chiave sono differenza e unità”, ha proseguito Antonio Canu, presidente del Gaag, “nessun gruppo nasce unito, l'unità semplicemente si costruisce. Più riusciremo a mettere insieme i diversi modi di pensare i modi di vivere e lavorare, più avremo la possibilità di costruire e consolidare un processo di unificazione con un percorso molto forte”.

Secondo Davide Nicolao, presidente di Anagina, questo percorso si è spinto molto in profondità. “Ormai ci muoviamo in maniera unitaria, è difficile che sul tavolo vi siano idee diverse”, ha detto, rivendicando una posizione di leadership della confederazione a tre nel mondo del Leone Alato: “su ogni cento euro raccolti da Generali Italia, oltre 55 provengono dal mondo Confagi. E, dato che il nostro paese rappresenta la metà del business mondiale del gruppo, significa che la confederazione rappresenta un quarto di Generali in tutto il mondo”.

Ci sono stati, naturalmente, anche momenti critici. Musto ricorda le difficoltà legate al cambiamento di nome, “che dava più visibilità a una ex rete che alle altre”, ha detto. “Avere minore visibilità ha creato malcontenti tra noi gruppi: sono avvenute anche discriminazioni che hanno assunto toni abbastanza caldi”. Ma ora, ha proseguito, “Generali Italia è una compagnia nuova, ci sono cinque reti e tutti rappresentiamo un ex brand”.

Una compagnia nuova, con nuovi dossier sul tavolo, come quello del mandato unico: la sua prima fase è la lettera d’incarico, già spedita dalle compagnia. “Poi”, ha ricordato Canu, “si discuteranno la parte economica e quella integrativa dei nostri accordi. E qui non bisognerà assemblare cose non compatibili: la compagnia può portare dentro di sé tutto quello che è trasformabile delle nostre eccellenze, anche economiche, anche di relazione. Mi auguro” ha chiuso Canu, “che saremo così bravi a costruire il mandato unico da convincere tutti a passare a questa formula, anche gli agenti che potrebbero conservare quello vecchio”.

Ha chiuso Nicolao con un appello: “nel 2016 si sente ancora il concetto dell'agente-controparte”, ha detto, “ma di che cosa? Facciamo tutti lo stesso lavoro, il nostro rapporto non è di controparte, ma di partnership. Vedo tanti colleghi giovani, devono sentirsi orgogliosi di lavorare per questa compagnia: dobbiamo sentirci tutti come un corpo unico”.

Uno spunto che, più tardi, è stato accolto dal Group Ceo Philippe Donnet, intervistato da Ferruccio De Bortoli sulla Brexit e gli scenari europei. “Non ho mai usato la parola controparte”, ha detto Donnet, “e non ho mai capito questo concetto: con gli agenti il gruppo fa 90% del suo business, e io lo vedo come un grande vantaggio”.

www.confagi.it