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13/12/2021 PMI ANCORA SOTTOASSICURATE

Solo il 62% delle piccole e medie aziende italiane è assicurato. Anche se nell’ultimo anno, per sette imprese su dieci, è cresciuta la percezione del rischio. Lo afferma l'indagine Next Level for Insurance - Sme segment, realizzata da Crif, Italian Insurtech Association e Nomisma, che quantifica in 1,653 milioni il numero delle aziende che non hanno sottoscritto una polizza (auto esclusa).

Il dato pone l'Italia ben al di sotto della media europea per rapporto fra Pil e premi assicurativi: nel belpaese, infatti, questi ultimi valgono l'1,1% del Pil, contro una media dei paesi Ue analizzati del 2,8%.

 

Rami più, rami meno. La spesa in polizze non auto delle Pmi italiane è di 300 euro a testa, valore molto più basso della media dell'Unione Europea (937 euro).

Entrando nel dettaglio dei rami assicurativi, il 71% delle piccole e medie aziende italiane ha sottoscritto una Rc verso terzi, il 64% incendio, il 56% furto, ma solo il 39% responsabilità civile degli amministratori, mentre sono quasi assenti cyber risk (9%) e interruzioni di attività (8%).

 

Tre mosse per cambiare la situazione. In che modo le compagnie assicurative cercheranno di cambiare la situazione? Secondo la ricerca, con tre interventi.

Il primo riguarda il rinnovamento dei prodotti: il 69% ha programmato di introdurre servizi accessori per supportare le piccole e medie aziende. Soprattutto in cyber security (82%), marketing e digital advertising (59%), consulenza alla crescita del business (58%) e servizi per certificare la sostenibilità Esg (50%).

Secondo intervento, la digitalizzazione degli intermediari, anche attraverso strumenti di analytics e di intelligenza artificiale che secondo lo studio sono già utilizzati dal 56% degli operatori. Non a caso, l'introduzione di questi strumenti è considerata una priorità del 2022 per il 75% degli intermediari.

La terza operazione prevista è la personalizzazione delle tariffe, da ottenere con i dati specifici sulle imprese e sui loro settori. Informazioni che le compagnie vogliono utilizzare per valutare i rischi in modo più mirato e stabilire prezzi targettizzati.

Per ottenere questo risultato, gli assicuratori puntano a collaborare con i data provider, per poter acquisire informazioni sul rischio specifico delle imprese (76%), dati economici e finanziari sulle aziende (74%), rischi legati al settore o all'area geografica delle attività (66%) e storia dei sinistri delle singole Pmi (66%).

Alberto Mazza

 

https://www.crif.it

https://www.insurtechitaly.com

https://www.nomisma.it