CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

  • Marco Sesana

23/09/2020 WELFARE AZIENDALE, UN'ANCORA DI SALVEZZA IN TEMPO DI COVID

Le piccole e medie aziende con un welfare aziendale più sviluppato hanno reagito meglio all'emergenza-coronavirus. E si sono dimostrate capaci di trasformarsi in punto di riferimento per la comunità in cui operano, soprattutto in ambiti come sanità, sicurezza, assistenza, formazione, conciliazione tra vita e lavoro.

A evidenziarlo è il Rapporto 2020 – Welfare di Generali Italia, presentato ieri a Roma dal ceo Marco Sesana (nella foto) alla presenza di istituzioni e organismi di categoria.

 

Fari per la comunità

Lo studio, giunto alla quinta edizione, ha evidenziato come il coronavirus abbia costretto molte imprese ad abbracciare il welfare aziendale: per la prima volta, affermano a Generali, le aziende che hanno imboccato questa strada hanno superato il 50%, mentre il 78,9% di quelle già attive ha confermato le iniziative esistenti e il 27,7% ne ha introdotte di nuove o ha rafforzato quelle già in corso.

Inoltre, l'80% delle Pmi ha fornito materiali informazioni sanitarie a lavoratrici e lavoratori, mentre il 12% ha attivato consulto medico e assistenza sanitaria a distanza e il 26,4% si è impegnato anche per la comunità esterna, avviando iniziative per gli stakeholder e un sostegno alla sanità pubblica.

C'è di più: il 91,6% delle Pmi ha dichiarato di essere ora più consapevole della centralità di salute e sicurezza dei lavoratori, più del 70% che il welfare aziendale in futuro sarà più importante e il 65% che l'impresa potenzierà il contributo alla sostenibilità nel territorio di riferimento.

Nel dettaglio, il comparto con più iniziative è la sicurezza (passata dal 34% del 2017 all’attuale 60%); l'assistenza è invece cresciuta dal 7% al 23%, la sanità complementare dal 35% al 42,2% e la conciliazione e genitorialità dal 33% al 51% (in questo ambito è compreso anche il boom del lavoro agile).

“In questo nuovo contesto del Covid-19, abbiamo osservato come le imprese hanno agito come soggetto sociale, oltre che economico e di mercato, per la loro diffusione nel territorio e per la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie, dando vita a un nuovo welfare di sussidiarietà”, ha commentatoSesana. “Le imprese con un welfare più maturo sono state punto di riferimento delle comunità e hanno avuto maggiore capacità di reazione durante l’emergenza Covid”.

 

Campioni del welfare

Il Leone ha anche, come di consueto, identificato le welfare champion, che quest'anno sono 78 (il loro numero è triplicato in cinque anni). Si tratta delle piccole e medie aziende che hanno ottenuto le 5 "W"  (cioè il massimo) nell'apposito rating dedicato a questo tipo di imprese, denominato Welfare Index Pmi (a realizzarlo sono Generali Italia, Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni ed esperti dell’industria e del mondo accademico).

Queste aziende - premiate nel corso dell'evento dal primo ministro Giuseppe Conte e il sottosegretario per il Lavoro e le Politiche sociali, Stanislao Di Piazza - hanno dimostrato, secondo una nota di Generali, una forte reazione al Covid, mettendo salute e sicurezza al centro degli obiettivi aziendali. E, prosegue il comunicato, "hanno accresciuto il loro impegno anche in assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro. Dai tamponi, ai test sierologici, alle iniziative aperte a tutto il territorio e di sostegno al sistema sanitario nazionale, ai quali si sono aggiunti progetti di formazione a distanza, integrazione al 100% del reddito dei dipendenti in cassa integrazione e nuove modalità di lavoro".

Dodici, in particolare, le aree monitorate: previdenza e sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, supporto alle persone deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.

 

Più fai welfare, più cresci

Il tasso di produttività delle welfare champion e delle welfare leader (cioè le aziende che hanno totalizzato quattro “W”) è stato analizzato da uno studio delle realtà che lavorano all'indice dedicato alle Pmi in collaborazione con Cerved. Ed è emerso che questo dato è aumentato del 6% nell'ultimo biennio, contro una media del 2,1%).

Le aziende impegnate nel welfare aziendale, si legge nel rapporto, danno anche più posti di lavoro rispetto al dato generale delle Pmi: 11,5% contro il 7,5%.

Enrico Levaggi

https://www.generali.it

https://www.welfareindexpmi.it