CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

  • Il logo di Assoprevidenza

16/09/2021 ASSOPREVIDENZA DICE NO A INTERVENTI PENALIZZANTI SUI FONDI PENSIONE

Assoprevidenza dice no a interventi penalizzanti sui fondi pensione. Lo ha affermato oggi il suo presidente Sergio Corbello, in vista dell'avvio del percorso che dovrebbe portare alla riforma fiscale.

"Sarebbe davvero singolare che un governo vocato a ridare slancio alla crescita, non solo per superare i danni della pandemia, ma anche per recuperare decenni di stagnazione, riorientando il paese verso lo sviluppo, ponesse mano a interventi tributari sulla previdenza complementare suscettibili di frenare anziché stimolare l’espandersi di una categoria di investitori istituzionali non solo sempre più utili all’economia nazionale, ma anche socialmente indispensabili per assicurare pensioni adeguate alle prossime generazioni".

Nella loro relazione, le commissioni Finanze di camera e senato si erano limitati a indicare l'esigenza che l'Italia si adegui al criterio di tassazione europea Eet. Una sigla che combina due forme di esenzione (deducibilità dal reddito dei contributi versati ai fondi con soglie alte e non imponibilità dei rendimenti ottenuti dai fondi) e tassazione delle prestazioni in capo ai singoli fruitori.

"Portando il nostro contributo tecnico agli approfondimenti delle commissioni", ha affermato Corbello, "avevamo ancora una volta rimarcato come l'Italia si discosti del tutto irrazionalmente dalle prassi tributarie della generalità dei partner dell’Unione, dando, ovviamente, per acquisita la valutazione di una fiscalità di favore volta a sostenere lo sviluppo, tuttora precario, di un comparto universalmente riconosciuto come necessario per l'assetto pensionistico del paese". 

La tassazione delle prestazioni, ha proseguito Corbello, è "condotta secondo criteri e misure ragionevoli, che trovano oggettiva giustificazione nella durata lunghissima dei piani di risparmio previdenziale (decine e decine di anni) e nei non pochi vincoli che li connotano. Le commissioni non hanno detto nulla circa le modalità di applicazione della T, appunto la tassazione. Questa circostanza, che non ha mancato di suscitare timori e perplessità, non va giudicata una dimenticanza delle commissioni, bensì un beneplacito alla conferma dell’attuale regime di tassazione delle prestazioni che non deve essere modificato con interventi penalizzanti per la previdenza complementare".

www.assoprevidenza.it