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07/02/2022 CRESCE LA PERCEZIONE DEL CYBER RISK

Rispetto al periodo pre-coronavirus, gli italiani passano più tempo on line. E lo fanno sempre di più in mobilità. Lo afferma lo studio Cyber & Digital protection, a cura di Europ Assistance Italia e Lexis Research. Secondo lo studio, il 56% degli adulti naviga per più di due ore al giorno al computer e il 48% lo fa con lo smartphone; tuttavia, rispetto al 2020, l'utilizzo del pc scende, mentre aumenta l'uso del cellulare.

Più ridotti i dati dei minorenni (il 35% passa almeno due ore al giorno sullo smartphone, il 23% sul tablet e il 19% sul computer). Ma con molti rischi: la navigazione senza la supervisione dei genitori (tipica soprattutto, ma non solo, del mobile) espone i ragazzi a crimini on line, dal bullismo all'attività dei predatori sessuali al cyber risk.

 

Boom attacchi informatici. Su questo fronte, il 38% del campione ha subito, l'anno scorso, un'incursione contro i propri dati personali e il 20% conosce qualcuno che ne è stato vittima. In un 2021 che ha visto il verificarsi il 49% degli attacchi cyber.

 

Troppa inerzia. Gli internauti, tuttavia, fanno ancora poco per contrastare il problema: il 58% afferma di conoscere soluzioni per proteggere l'identità on line, ma il dato è in decremento rispetto all'anno prima (-2%). Inoltre, solo il 41% cambia spesso log in e password e il 15% non lo fa mai (o quasi mai). Scarsa (35%) la conoscenza degli anti-ransomware, in leggera crescita rispetto al 2020.

 

Il furto d'identità fa paura. Ma qual è la preoccupazione più forte delle persone che navigano in internet? Sicuramente il furto di identità, evidenziato dal 54% (+4%); in particolare, a turbare i sonni dei cybernauti è il rischio che venga commesso un crimine utilizzando i propri dati rubati on line (53%, +6%) e la violazione delle e-mail (52%, +1%).

“La pandemia ha modificato le nostre abitudini, aprendoci a un utilizzo sempre più spinto dei servizi erogati in digitale", afferma Riccardo Torchio, chief personal officer di Europ Assistance Italia. "Questa maggior esposizione dei dati nostri e dei nostri figli è terreno fertile per attacchi di cyber crime basati sul furto d’identità. Nello stesso tempo, le piccole e medie imprese, tessuto imprenditoriale del nostro paese, sono diventate sempre più un target del crimine informatico a scopo di estorsione".