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  • Il logo dell'Ania

10/11/2023 RISCHI CALAMITÀ IN MANOVRA, REAZIONI POSITIVE DELL'ANIA

L'Ania esprime il suo apprezzamento nei confronti della norma che definisce la partnership tra pubblico e assicurazioni nei rischi calamtà, contenuta nel Ddl Bilancio. Lo ha affermato il suo presidente Maria Bianca Farina nell'audizione presso le commissioni congiunte del senato e della camera, lo scorso 9 novembre.

 

I perché di un sì. La riforma, ha affermato il presidente Ania, "definisce un sistema di copertura dei danni prodotti da eventi catastrofali alle immobilizzazioni materiali delle imprese. In particolare, è prevista l’implementazione di una partnership tra pubblico e privato, in cui la gestione del rischio è affidata, direttamente, al mercato assicurativo, mentre lo stato assume il duplice ruolo di regolatore del mercato assicurativo e di riassicuratore, attraverso una garanzia a favore delle compagnie assicurative, prestata da Sace, entro un limite di assunzione massimo degli impegni predeterminato ex lege. Erano ormai molti anni che l’industria assicurativa italiana chiedeva di arrivare a definire una partnership pubblico-privato in materia di rischi calamitosi".

L'Ania esprime dunque "un convinto apprezzamento per l’iniziativa, che ha l’ambizioso obiettivo di ridurre il gap di protezione assicurativa, che in Italia è molto superiore a quello – pur ampio - degli altri paesi europei".

Sempre con lo stesso obiettivo, ha detto ancora Maria Bianca Farina, "auspichiamo che possa essere prevista, in un futuro ravvicinato, un'estensione anche alle persone fisiche di istituti che favoriscano una maggiore mutualità dei rischi relativi alle abitazioni".

 

Punti critici. La presidente dell'Ania vede, però, nella riforma anche alcuni punti critici. "Così come è adesso", ha affermato Maria Bianca Farina, "sarebbe estremamente difficile, se non addirittura impossibile, per le compagnie italiane reperire, anche sui mercati internazionali, la capacità assicurativa necessaria per garantire un rischio potenzialmente illimitato".

Secondo l'Ania, quindi, oltre alla "esposizione massima delle obbligazioni della Sace (fissata per i primi tre anni in 5 miliardi all’anno)", la legge dovrebbe definire "anche le modalità di determinazione dell’esposizione massima del settore privato". 

Occorre, ha aggiunto, fissarne anche l’esposizione massima, "a maggior ragione dato che è previsto l’obbligo a contrarre per le compagnie di assicurazione e, soprattutto, in assenza di una previsione su come si configurerà dopo i primi tre anni l’intervento pubblico".