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07/09/2023 ESAMI DI PREVENZIONE IN LEGGERA CRESCITA

I cittadini italiani che effettuano visite ed esami di prevenzione sono ancora la minoranza. Ma aumentano, seppur di poco. Lo afferma una ricerca effettuata da Nomisma per Unisalute a febbraio 2023, su 1.200 persone con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli.

Secondo lo studio, solo il 41% ha affermato di tenere sotto controllo la sua salute con controlli regolari, contro il 33% del rilevamento 2022. Nello stesso tempo, sono leggermente di meno gli intervistati che iniziano a curarsi solo quando insorge un disturbo o una patologia (dal 48% al 45%) e quelli che non fanno niente per tutelare la loro salute (5%, contro il 9% del 2022).

 

Meglio le donne. A livello geografico, è al centro che si fanno più controlli, con il 45%, contro il 40% del nord e il 31% del sud. Più attive le donne (42%, contro il 33% degli uomini), anche se solo il 47% del campione femminile ha effettuato una visita ginecologica nell'ultimo anno, e uno su quattro non l'ha mai fatta o non la svolge da molto tempo.

 

Analisi del sangue. I controlli più gettonati sono gli esami del sangue, a cui il 75% ha affermato di essere stato sottoposto nell'ultimo anno. Seguono i test delle urine (54%).

Molto minore la frequenza delle visite dermatologiche, con il 19% che vi si è sottoposto nell'ultimo anno e il 64% che non ha mai eseguito (o ha effettuato “molti anni fa”) questa visita.

 

Attese lunghissime. Per quale motivo così molta gente non si fa controllare? In questa scelta incidono i tempi di attesa clamorosamente lunghi (20%) e i costi troppo alti (19%), ma anche per una scarsa cultura della prevenzione: il 29% sceglie le visite solo quando ci non si sente bene, e il 25% crede di non aver bisogno di controlli.