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  • Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Salute

04/02/2019 VECCHIETTI (RBM): NO ALLO SMANTELLAMENTO DELLA SANITÀ INTEGRATIVA

In Italia, pur in presenza di un Sistema sanitario pubblico di tipo universalistico, l’incidenza delle cure che i cittadini sono chiamati a dover pagare di tasca propria nel momento del bisogno è più che doppia rispetto a quella registrata negli Stati Uniti, che da sempre si caratterizzano per un Sistema sanitario di natura prevalente natura privata. E’ la denuncia di Marco Vecchietti (nella foto), Amministratore delegato di Rbm Assicurazione Salute.

“In base ai dati Ocse”, spiega Vecchietti, “in Europa un finanziamento diretto da parte dei pazienti delle prestazioni sanitarie così elevato come nel nostro paese si riscontra solo in Grecia, Portogallo e Spagna. L’Italia non è ancora riuscita ad affiancare al Servizio sanitario nazionale un Secondo pilastro sanitario in grado di assicurare a tutti i cittadini, l’accesso anche a quelle cure che per diversi motivi non possono essere effettuate presso Ospedali e Asl”.

“Alla luce di questa situazione”, sottolinea Vecchietti, “non si può che rimanere sconcertati dalle gravi affermazioni contenute nel Report sulla Sanità Integrativa diffuso nei giorni scorsi da Gimbe che, senza alcuna fonte riscontrabile e supporto numerico attendibile, cercano di accreditare un insieme contraddittorio di pregiudizi ideologici, luoghi comuni ed errori macroscopici nel tentativo irresponsabile di delegittimare agli occhi dell’opinione pubblica il ruolo sociale e il supporto economico garantiti da fondi integrativi e polizze sanitarie”.

Nel 2018 la spesa sanitaria privata ha “sfondato” quota 40 miliardi, con un costo medio pro capite di 655 euro; nell’ultimo anno sono stati 2 cittadini su 3 (44 milioni di persone circa) a spendere soldi di tasca propria per pagare prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno. Se si pensa che, soltanto due anni fa, erano 36 milioni ci si rende conto della rapida crescita del fenomeno (+22%).

 “In un Paese caratterizzato dall’espansione progressiva dei bisogni di cura dei cittadini“, prosegue Vecchietti, “derivante in massima parte da fattori di tipo strutturale e da una conseguente crescita continuativa della spesa sanitaria privata, bisognerebbe interrogarsi responsabilmente su come estendere a tutti uno strumento, come la sanità integrativa, che ha dimostrato di funzionare negli anni tutta la propria efficacia e non, al contrario, di demonizzarlo cercando di sottrarlo anche a chi è riuscito a renderlo operativo nell’alveo della legislazione in vigore”.

 

www.rbmsalute.it