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  • Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Salute

09/12/2018 MARCO VECCHIETTI (RBM): UN SECONDO PILASTRO A FIANCO DEL SSN

Attualmente nel nostro Paese le forme sanitarie integrative intermediano una spesa pro capite di circa 95 euro, cinque volte meno che in Francia e due in meno che in Gran Bretagna. Tutto questo a causa del mancato avvio di un secondo pilastro sanitario a favore di tutta la popolazione, che al momento riguarda solamente alcune fasce di lavoratori. Il punto sulla situazione e le prospettive della sanità integrativa in Italia è stato fatto nei giorni scorsi da Marco Vecchietti (nella foto), Amministratore delegato e Direttore generale di Rbm Assicurazione Salute. Vecchietti è intervenuto al convegno “Reddito di Salute: il servizio universale della sanità integrativa”, organizzato a Roma dalla Fondazione Farefuturo, presso la sala del Refettorio della Camera dei Deputati, presentando un approfondimento dell’Ottavo Rapporto Rbm-Censis 2018.

Estendendo a tutti i benefici della sanità integrativa si potrebbe garantire a chiunque un accesso a cure adeguate in tempi brevi”, sottolinea Vecchietti, “come recentemente evidenziato dalla Ministra Grillo, lo Stato non può più rispondere a tutte le esigenze di cura. Credo sia giunto il momento di attivare subito un secondo pilastro sanitario per rendere di nuovo la salute un diritto di tutti, per tutti. Ogni italiano oggi versa circa 1883,79 euro di tasse per finanziare il Ssn e ne aggiunge 654, 89 al momento dell’accesso alle cure. Chi già ha attivato una polizza o un fondo sanitario sostiene un costo per le cure private nettamente inferiore rispetto a chi non dispone ancora di tali tutele”.

L’affiancamento di un secondo pilastro privato in un sistema prevalentemente pubblico come quello italiano non è un elemento inconciliabile: “Servizio sanitario nazionale e secondo pilastro sanitario sono gemelli diversi la cui co-esistenza non solo è realizzabile”, conclude Vecchietti, “ma garantirebbe accesso alle cure a tutti i cittadini, colmando quelle differenze che si fanno ogni anno più marcate. Un secondo pilastro sanitario aperto a tutti i cittadini, promosso su base territoriale attuando la potestà legislativa che in questa materia è già attribuita alle Regioni e che completi l’attuale impianto della sanità integrativa prevalentemente incardinato su di un modello di tipo occupazionale, potrebbe rappresentare uno strumento di grande efficacia per contenere le disuguaglianze”.

www.rbmsalute.it