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  • Fabio Carsenzuola

29/03/2019 EUROP ASSISTANCE METTE A CONFRONTO GLI OVER 65 E I LORO FAMILIARI

L'Italia è il paese europeo con la maggiore aspettativa di vita dopo la Spagna: secondo i dati Oms, nel 2024 i nostri connazionali sopra i 65 anni saranno quasi 14,5 milioni, pari al 24% della popolazione. E, probabilmente, si sentiranno felici e contenti. Già ora, infatti, i meno giovani si dichiarano in buona salute, attivi nel tempo libero, finanziariamente autonomi e in grado anche di aiutare la famiglia. Questo ritratto emerge dalla ricerca Smart Aging: over 65 e family caregivers a confronto, realizzata da Lexis Research con il contributo scientifico di Humanitas e commissionata da Europ Assistance. L'indagine ha scandagliato la realtà degli over 65 e di chi se ne prende cura con 1.300 interviste.

Non è un paese per giovani. Studiare questo segmento di popolazione è sempre più importante, dato che – come rivela una ricerca dell’Istituto Cattaneo su dati Istat – in Italia gli over 60 sono più numerosi degli under 30. E la forbice si allargherà ancora dato che, tra le altre cose, nel 2017 il calo delle nascite ha stabilito il suo record di sempre. In futuro, quindi, ci saranno sempre più anziani e sempre meno figli e nipoti che gestiscono in prima persona l'assistenza ai familiari. "A seconda della fase della vita in cui ci si trova, questi momenti di difficoltà o fragilità cambiano e si evolvono per tipologia e frequenza", ha affermato a questo proposito Fabio Carsenzuola (nella foto) ceo di Europ Assistance. "Dall’inconveniente occasionale si può passare alla necessità di un aiuto strutturato anche su base quotidiana. Per rispondere alle esigenze emergenti degli over 65 servono credibilità, esperienza, mezzi e risorse qualificate. Ma soprattutto è fondamentale conoscere al meglio questa fetta della popolazione per poter offrire servizi tagliati su misura, sia in termini di offerta, sia di canali di accesso all’assistenza».

L'autoritratto degli over 65... Ma chi sono, oggi, gli over 65? La ricerca ha voluto offrire due differenti "ritratti": uno tracciato da loro stessi e l'altro dai familiari. Gran parte dei senior ha figli (l'85%) e spesso li vede tutti i giorni (circa la metà dei genitori). Spesso, ma non sempre, dato che il 15% lo fa meno di una volta al mese. Più del 50% dei meno giovani vive con il proprio partner, e il 36% ne riceve un aiuto (il 42% dalla colf), mentre il 25% è rimasto solo; il 66% ha casa di proprietà; il 59% conduce una vita attiva e il 45% ha fatto una vacanza nell'ultimo anno (il 65% di questi ha viaggiato all'interno dei confini italiani). Uno su due ha uno smartphone o un pc, il 56% è connesso a internet anche da casa, il 54% chatta on line e il 37% ha un account sui social network. E, soprattutto: gran parte degli over 65, pur avendo qualche timore, tende a negare l'età che avanza: la loro percezione della salute e dell'autonomia personale è molto alta.

... e le opinioni dei familiari. Diversa, però, l'idea che i figli e i nipoti hanno dei loro congiunti over 65. Soprattutto sullo stato di salute. Perché mentre l'80% dei meno giovani è convinto di stare abbastanza bene, è solo il 23% dei familiari a essere d'accordo. E, se il 70% degli over 65 afferma di farcela da solo, i congiunti non concordano. Anzi: il 39% afferma di occuparsi totalmente del senior (46% in situazioni di emergenza). Queste discrepanze si spiegano, secondo una nota di Europ Assistance, "con il fatto che a un primo livello razionale la vecchiaia è negata. In Italia manca la cultura della terza età".

La salute degli over 65 è comunque il primo pensiero per figli e nipoti (e per il 44% è fonte di forte preoccupazione). E la gestione del papà, della mamma o dei nonni e della loro casa è fonte di ansia rispettivamente per il 33% e il 24% degli intervistati. Percentuali che in stato di emergenza non possono che salire; il 68% dei figli o nipoti ne ha affrontato almeno uno in cui il senior è stato coinvolto (malattia o ricovero ospedaliero). Quando è accaduto, il problema più importante è stato conciliare assistenza e lavoro (55%). E i soldi? Preoccupano molto meno: solo il 15% teme la questione economica legata alla gestione delle emergenze. Piuttosto, servono un supporto organizzativo (menzionato dal 70%) e, in misura molto minore un aiuto psicologico (14%) o economico (11%).

Enrico Levaggi

https://www.europassistance.it