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  • Andrea Battista

28/01/2019 ANDREA BATTISTA: "VI SPIEGO LA NUOVA NETINSURANCE"

"Il settore assicurativo sta attraversando una trasformazione che potenzialmente potrebbe rivelarsi radicale. Tra i driver del cambiamento ci sono la bancassurance danni e l'insurtech. Una realtà, quest'ultima, che non è più limitata a finanza, convegni o articoli su Linkedin: ora offre anche applicazioni pratiche". Ad affermarlo è Andrea Battista, vecchia conoscenza del mondo assicurativo e della bancassurance (ha lavorato in Cattolica, Aviva ed Eurovita), ora amministratore delegato di Net Insurance. Una compagnia nata nel 2001, che a fine 2018 ha cambiato azionariato (in seguito all'acquisizione da parte di Archimede, spac promossa dallo stesso Battista) e ha completamente trasformato strategia di business e policy distributiva.

L'assicurazione ha infatti deciso di allargare il proprio business. E di aggiungere (a breve) altri rami alla tradizionale attività di assicurazione della cessione del quinto. Puntando, nel mentre, su bancassicurazione danni, broker e mondo digitale. "Di fatto, la Net Insurance scaturita dalla fusione per incorporazione con Archimede dovrà essere un'altra compagnia", spiega Battista.

Domanda. Per quale motivo avete scelto di acquisire un'assicurazione già esistente invece che partire da zero?

Battista. Non volevamo partire con una start up, ma con una compagnia che avesse un business maturo, e anche forti sinergie con la bancassicurazione danni. Perché il progetto finanziario nasce in primo luogo su uno industriale.

D. Di quali rami vi occupate?

Battista. Forse è più semplice dire quello che non facciamo: non trattiamo risparmio (vita, unit linked e ramo primo) e auto. Per il resto, opereremo su tutti i rami: non auto e vita protezione. Le nuove attività partiranno dal secondo trimestre.

D. Prima del cambiamento azionario, la compagnia si occupava dell'assicurazione sulla cessione del quinto. L'attività rimane attiva?

Battista. Certo: questo business per noi è importante e resterà maggioritario lungo tutto l'arco di piano industriale, cioè fino al 2022. Abbiamo aggiunto, non tolto: d'altra parte, l'assicurazione sulla cessione del quinto è sicuramente compatibile con gli altri rami introdotti. Il prodotto è standardizzato; non si può quindi lavorare più di tanto sulle sue caratteristiche, ma sulle altre leve possibili, che sono molte: il pricing, la revisione dei processi (grazie alla digitalizzazione) e il recupero di quote di mercato.

D. Quali sono i canali distributivi target?

Battista. Gli sportelli bancari (canale che ci darà i volumi più alti), a cui vogliamo affiancare altri due tipi di intermediari: il mondo dei broker che operano nel retail e le piattaforme digitali.

D. Broker, ma non agenti...

Battista. No, almeno non in forma di rete proprietaria. Siamo invece aperti ad agenti plurimandatari. E, servendoci anche di broker, non escludiamo le collaborazioni A con B e B con E.

D. Passiamo al pilastro digitale: significa insurtech?

Battista. A grandi linee sì. Vogliamo investire ed entrare in rapporti di affari con queste società. Anzi, lo abbiamo già fatto, con l'accordo che ci ha legati a Yolo: a fine 2018 abbiamo deciso di entrare nell'azionariato della insurtech di brokeraggio, con un investimento di 1,2 milioni in due tranche (a operazione completata, Net Insurance raggiungerà una quota fra il 9,32% e il 10% di Yolo, ndr). Naturalmente, questa non è solo un'operazione finanziaria, altrimenti non avrebbe alcun legame con la nostra strategia distributiva: forniremo infatti alcuni nostri prodotti a Yolo. Questa è solo la prima operazione di questo tipo: ipotizziamo di continuare a investire in insurtech, e lo faremo sempre in logica industriale: abbiamo mostrato il nostro interesse nei confronti di Yolo perché ci interessa vendere i nostri prodotti tramite i loro canali. E così sarà per tutte le insurtech con cui effettueremo operazioni simili.

D. Qual è il tipo di insurtech che vi interessa?

Battista. Guardiamo essenzialmente alle post-start up, per usare un termine di moda.

D. Pensate anche a una compagnia diretta?

Battista. No. Il nostro coinvolgimento nel digitale avverrà tramite piattaforme. Siamo e saremo una compagnia digitale, ma non diretta. Il nostro modello è sia fisico, sia digitale, quindi ibrido.

D. Nella parte "fisica" c'è la bancassicurazione. Con quali banche collaborate?

Battista. Per ora, abbiamo stretto un accordo decennale con la Cassa di risparmio di Bolzano, che partirà il 1 luglio. Ovviamente nei prossimi mesi, abbiamo in programma di siglare partership con varie altre banche.

D. La strategia distributiva cambia in funzione del canale che la vende?

Battista. Sì. Per esempio: agli sportelli vengono offerte polizze Cpi, salute e abitazione, oltre a pacchetti piccole e medie imprese. Nei prodotti destinati al digitale vogliamo diversificare la strategia e sviluppare, in modo particolare, il mondo micro e instant.

D. Un esempio?

Battista. Nel corso dell'anno partiremo con una copertura assicurativa travel instant.

D. Chi sono, attualmente, gli azionisti della compagnia?

Battista. Da una parte, quelli che hanno sottoscritto le azioni di Archimede in Borsa, dall'altra i vecchi azionisti di NetInsurance che sono rimasti al suo interno, anche se con una presenza meno forte: la famiglia Amato e Swiss Re, per citarne alcuni.

D. Qual è la sua quota?

Battista. Attualmente, di poco sotto il 2%: nel tempo dovrebbe salire intorno al 5%.

D. Ci ha parlato del piano industriale 2019-2022: dove pensate di arrivare a conclusione di questo periodo?

Battista. Puntiamo a raggiungere 150 milioni di premi lordi contabilizzati e 15 di utili netti, con un'evoluzione graduale.

Maurizio G. Montagna

http://www.netinsurance.it