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19/07/2017 SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO: UEA SCRIVE ALLE COMMISSIONI PARLAMENTARI COMPETENTI

Ancora critiche alle società di mutuo soccorso e ai promotori mutualistici da parte dell’Unione Europea Assicuratori. Questa volta con una lettera a varie commissioni parlamentari.

 

Le Sms”, si legge nel testo inviato da Uea, “agiscono de facto come una compagnia di assicurazione ma senza rispettarne obblighi, requisiti e controlli forti del fatto che a loro non si applica il Codice delle Assicurazioni. Ma non è così. L’art. 345, comma 1°, del suddetto Codice fissa il principio secondo cui le Sms – costituite ai sensi della Legge 3818 del 15 aprile 1886 – sono escluse dall’ambito di applicazione solamente quando “provvedono direttamente al pagamento a favore degli iscritti di capitali o rendite di qualsiasi importo”, e purché questi impegni diretti, complessivamente, non superino i 100.000 euro per ciascun esercizio annuale. Pertanto, se la Sms, pur pagando direttamente, supera la soglia dei 100.000 euro indicata, deve assumere la qualifica di impresa locale o mutua assicuratrice; ugualmente lo deve fare qualora paghi indirettamente rendite o capitali di qualsiasi importo ai propri iscritti”. Se invece la Sms si limita a stipulare contratti per conto dei suoi iscritti “deve comunque osservare le disposizioni sull’intermediazione assicurativa”. Tuttavia, secondo il decreto legge 179 del 18 ottobre 2012 - afferma Uea - le Sms “non possono svolgere attività di impresa; non possono assumere impegni superiori ai limiti delle proprie disponibilità di bilancio. Quindi mai possono assumere impegni incerti nella loro quantificazione quali sono, per definizione, le prestazioni sanitarie a massimale”.

 

Ce n'è anche, come anticipato, per i promotori mutualistici che, afferma l'associazione, svolgono di fatto la stessa attività rispetto agli agenti; questi però, si legge nella lettera, “sono soggetti a un impianto normativo e sanzionatorio particolarmente stringente e inequivocabilmente individuato”, mentre “i promotori mutualistici sono figure non tipizzate che sfuggono ad ogni definizione e controllo. Non sono soci lavoratori, non sono soci promotori, non sono inquadrabili come agenti di commercio di tipo tradizionale e nemmeno come procacciatori d'affari”. L'associazione, citando alcuni giuristi interpellati, ipotizza addirittura “l’ipotesi di esercizio abusivo della professione oppure di negozio indiretto: infatti”, recita sempre la lettera di Uea alle commissioni, “l’attività del promotore mutualistico è quella di vendere quote di un’associazione (la Sms), ma chi acquista tali quote lo fa non per diventare socio della Sms, bensì per ottenere una copertura sanitaria. Infine, se l'obiettivo della nuova direttiva europea 97/2016 sulla Distribuzione assicurativa (Idd) – che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 23 febbraio 2018 – è tutelare il consumatore, a prescindere dal soggetto con cui entra in contatto per l'acquisto di una copertura assicurativa, come potrebbe giustificare il nostro legislatore l'esclusione di tali soggetti, permettendogli di continuare a svolgere la medesima attività di un intermediario senza sottostare alle medesime regole?”.

La posizione molto critica di Uea nei confronti delle società di mutuo soccorso non è cosa nuova: l'associazione, tra le altre iniziative, aveva già inviato, su questo tema, una lettera a Mise e Ivass (qui goo.gl/4DXDG1).

 

www.uea.it