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  • Presentato ieri a Roma il terzo rapporto del Cesia (Centro studi sul'intermediazione assicurativa), promosso da Cgpa Europe

24/05/2019 RAPPORTO CESIA: PER AGENTI E BROKER IL RISCHIO PESA DI PIÙ

L’applicazione della Direttiva europea sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (Idd) ha formalizzato una tendenza chiaramente manifestatasi negli anni recenti: la centralità, nella distribuzione finanziaria e assicurativa, della tutela di chi compra e la conseguente maggiore responsabilità in capo agli intermediari. L’incremento delle regole che disciplinano la relazione tra intermediari e assicurati obbliga agenti e broker a innovare gli strumenti conoscitivi e operativi di prevenzione del rischio.

E’ questa la principale indicazione del terzo Annual report del Cesia, il Centro studi intermediazione assicurativa, creato da Cgpa Europe (compagnia specializzata nelle polizze di rc professionale per agenti e broker), che promuove la prevenzione dei rischi di responsabilità civile professionale: lo studio è stato presentato ieri a Roma.

La presentazione è stata introdotta da Lorenzo Sapigni, rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe e curata da Massimo Michaud, coordinatore del Cesia. Oltre a contenere un’analisi della recente evoluzione normativa e il resoconto dell’attività svolta nell’anno dal Centro studi, che ha registrato un forte incremento della partecipazione ai lavori di agenti e broker, la pubblicazione analizza quattro casi, effettivamente accaduti, che sono indicativi delle tendenze in atto.

L’analisi dell’Annual Report 2018, condotta dai membri del Comitato scientifico del Cesia, s’inquadra nel percorso iniziato nel 2017 dal Centro studi: raccogliere i casi di responsabilità civile registrati nell’attività d’intermediazione (sinistri denunciati, profili di responsabilità in capo agli intermediari, pronunce dei giudici).

L’obiettivo è di costruire una banca dati digitale da cui gli intermediari potranno trarre indicazioni utili per la prevenzione. 
I casi esaminati esprimono tendenze visibili nelle richieste di risarcimento per responsabilità civile registrate in Italia negli anni recenti. Nel quinquennio 2014-2018 la responsabilità civile ha originato oltre due terzi (67%) delle denunce di sinistro presentate a Cgpa Europe dagli intermediari professionali assicurati dalla compagnia.

Il resto è stato originato da altre due garanzie coperte dalla polizza: tutela legale (21%) e infedeltà dei collaboratori (10%). 
Principale causa dei sinistri è stata il mancato assolvimento dell’obbligo d’informazione e consulenza (45% dei casi), seguito dagli errori amministrativi e di gestione (37%) e dai danni per infedeltà dei collaboratori (12% per i danni causati all’agenzia, 5% per i danni causati a terzi per infedeltà dei collaboratori). Costruendo la graduatoria sulla base del valore economico delle richieste di risarcimento anziché sui sinistri denunciati, i pesi cambiano: il mancato assolvimento dell’obbligo d’informazione e consulenza sale al 55% e i danni a terzi per infedeltà dei collaboratori schizzano al 26%.

Le polizze claims made dopo l’ultima sentenza della Cassazione. La presentazione del Rapporto annuale 2018 è stata seguita da una tavola rotonda, moderata dall’avvocato Alessandro Calzavara, sull’ultima sentenza emanata dalla Cassazione in Sezioni unite (n. 22437 del 24 settembre 2018) in materia di polizze claims made. Al centro del confronto sono stati gli effetti che i princìpi enunciati dalla Corte potrebbero avere sulla sottoscrizione delle polizze di rc professionale e sull’attività distributiva, in particolare nella fase precontrattuale, tipicamente gestita dagli intermediari assicurativi.

Al confronto hanno partecipato Sara Landini, Docente di diritto privato e di diritto delle assicurazioni dell’Università di Firenze; Antonio Longo, Docente di diritto degli intermediari finanziari all’Università di Viterbo La Tuscia; Patrizia Pompei, Presidente della quinta sezione civile del Tribunale delle imprese e fallimenti presso il Tribunale di Firenze; Giorgio Grasso partner dello Studio Legale Batini, Traverso, Grasso & Associati e Lorenzo Sapigni, Rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe.

“Gli intermediari professionali assicurativi dovranno operare in uno scenario distributivo più ostico sotto diversi profili”, ha dichiarato Sapigni, “nella competizione che si è aperta tra i vari canali di distribuzione, la capacità di prestare consulenza può essere un fattore vincente di agenti e broker. Cogliere quest’opportunità implica però maggiore preparazione, conoscenza dei rischi potenziali e capacità di padroneggiare le soluzioni preventive, e quindi la necessità d’investire di più nella crescita professionale”.

 

www.cgpa-europe.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’applicazione della Direttiva europea sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (Idd) ha formalizzato una tendenza chiaramente manifestatasi negli anni recenti: la centralità, nella distribuzione finanziaria e assicurativa, della tutela di chi compra e la conseguente maggiore responsabilità in capo agli intermediari. L’incremento delle regole che disciplinano la relazione tra intermediari e assicurati obbliga agenti e broker a innovare gli strumenti conoscitivi e operativi di prevenzione del rischio.

E’ questa la principale indicazione del terzo Annual report del Cesia, il Centro studi intermediazione assicurativa, creato da Cgpa Europe, che promuove la prevenzione dei rischi di responsabilità civile professionale: lo studio è stato presentato ieri a Roma.

La presentazione è stata introdotta da Lorenzo Sapigni, rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe e curata da Massimo Michaud, coordinatore del Cesia. Oltre a contenere un’analisi della recente evoluzione normativa e il resoconto dell’attività svolta nell’anno dal Centro studi, che ha registrato un forte incremento della partecipazione ai lavori di agenti e broker, la pubblicazione analizza quattro casi, effettivamente accaduti, che sono indicativi delle tendenze in atto.

L’analisi dell’Annual Report 2018, condotta dai membri del Comitato scientifico del Cesia, s’inquadra nel percorso iniziato nel 2017 dal Centro studi: raccogliere i casi di responsabilità civile registrati nell’attività d’intermediazione (sinistri denunciati, profili di responsabilità in capo agli intermediari, pronunce dei giudici).

L’obiettivo è di costruire una banca dati digitale da cui gli intermediari potranno trarre indicazioni utili per la prevenzione. 
I casi esaminati esprimono tendenze visibili nelle richieste di risarcimento per responsabilità civile registrate in Italia negli anni recenti. Nel quinquennio 2014-2018 la responsabilità civile ha originato oltre due terzi (67%) delle denunce di sinistro presentate a Cgpa Europe dagli intermediari professionali assicurati dalla compagnia.

Il resto è stato originato da altre due garanzie coperte dalla polizza: tutela legale (21%) e infedeltà dei collaboratori (10%). 
Principale causa dei sinistri è stata il mancato assolvimento dell’obbligo d’informazione e consulenza (45% dei casi), seguito dagli errori amministrativi e di gestione (37%) e dai danni per infedeltà dei collaboratori (12% per i danni causati all’agenzia, 5% per i danni causati a terzi per infedeltà dei collaboratori). Costruendo la graduatoria sulla base del valore economico delle richieste di risarcimento anziché sui sinistri denunciati, i pesi cambiano: il mancato assolvimento dell’obbligo d’informazione e consulenza sale al 55% e i danni a terzi per infedeltà dei collaboratori schizzano al 26%.

Le polizze claims made dopo l’ultima sentenza della Cassazione. La presentazione del Rapporto annuale 2018 è stata seguita da una tavola rotonda, moderata dall’avvocato Alessandro Calzavara, sull’ultima sentenza emanata dalla Cassazione in Sezioni unite (n. 22437 del 24 settembre 2018) in materia di polizze claims made. Al centro del confronto sono stati gli effetti che i princìpi enunciati dalla Corte potrebbero avere sulla sottoscrizione delle polizze di rc professionale e sull’attività distributiva, in particolare nella fase precontrattuale, tipicamente gestita dagli intermediari assicurativi.

Al confronto hanno partecipato Sara Landini, Docente di diritto privato e di diritto delle assicurazioni dell’Università di Firenze; Antonio Longo, Docente di diritto degli intermediari finanziari all’Università di Viterbo La Tuscia; Patrizia Pompei, Presidente della quinta sezione civile del Tribunale delle imprese e fallimenti presso il Tribunale di Firenze; Giorgio Grasso partner dello Studio Legale Batini, Traverso, Grasso & Associati e Lorenzo Sapigni, Rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe.

“Gli intermediari professionali assicurativi dovranno operare in uno scenario distributivo più ostico sotto diversi profili”, ha dichiarato Sapigni, “nella competizione che si è aperta tra i vari canali di distribuzione, la capacità di prestare consulenza può essere un fattore vincente di agenti e broker. Cogliere quest’opportunità implica però maggiore preparazione, conoscenza dei rischi potenziali e capacità di padroneggiare le soluzioni preventive, e quindi la necessità d’investire di più nella crescita professionale”.

 

www.cgpa-europe.it