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28/03/2019 LA RIVOLUZIONE DEI RISCHI AL CENTRO DEL CONVEGNO AIBA

La rivoluzione dei rischi assicurativi apre nuove strade al mondo della polizza e cambia pelle al mercato. Proprio la trasformazione del settore e i nuovi eventi da coprire sono stati al centro di Rivoluzione? Evoluzione!, convegno annuale dell'Aiba, che in questo 2019 festeggia i 50 anni di attività. L'incontro, che si è svolto a Roma, si è particolarmente concentrato sui cambiamenti climatici (con la prevenzione dei sinistri catastrofali derivati dal riscaldamento globale), i rischi informatici e quelli (sia cyber, sia sociali) legati al settore sanitario. “Da un lato la crescente incidenza dei cambiamenti climatici, la digitalizzazione dei processi e dei servizi, nonché il progresso scientifico in termini generali, determinano il deciso aumento dei rischi da tenere sotto controllo", ha affermato a questo proposito Luca Franzi de Luca, presidente dell'Aiba. "Dall’altro lato, il mercato si muove verso una graduale disintermediazione e un ampliamento dei canali di distribuzione. A questo si aggiungono le normative italiane ed europee che non semplificano la vita degli intermediari professionali, vista la mole di obblighi di compliance e incombenze burocratiche cui devono sottostare, senza che i consumatori ne abbiano diretti e immediati benefici”.

Il climate change provoca disastri. I cambiamenti climatici hanno creato disagi all'economia, ma soprattutto disastri naturali capaci di mietere vittime. E anche danni non indifferenti: se fino al 2009 le catastrofi costavano circa 3,5 miliardi l'anno, dal 2010 in poi la spesa è salita, e in un caso addirittura raddoppiata. Per l'Italia va particolarmente male, dato che l'Onu l'ha piazzata al settimo posto nella classifica mondiale dei danni economici causati dalle catastrofi naturali. “La crescente frequenza e intensità degli eventi naturali provocati dal cambiamento climatico richiede al mercato assicurativo un adeguamento dei contratti alla situazione”, ha commentato Franzi. “Ma è urgente anche un intervento delle istituzioni per adottare misure di prevenzione che tengano conto del nuovo scenario".

Rischio informatico. Se il pianeta piange, internet non ride. E le violazioni di dati, privacy e denaro on line continuano ad aumentare. Solo nel 2018, gli attacchi cyber di grave entità in Italia sono saliti del 38%, raggiungendo quota 1.152. Il 62% di questi ha provocato danni superiori a 80.000 euro. Anche per questo motivo, il 33% delle aziende italiane ha acquistato una copertura, totale o parziale, contro questa eventualità. Ma l'offerta assicurativa è sufficiente? Non sempre. Secondo Franzi, "l’offerta tradizionale reperibile sul mercato rischia di non essere sempre adeguata, per via della previsione di esclusione dei cyber risk dalle coperture property & casualty. Di contro, le coperture specifiche sui rischi informatici tendono a escludere le lesioni e i danni materiali. Quindi, servono nuove soluzioni stand alone per garantire la longevità delle aziende, ma è altrettanto fondamentale mantenere un attentissimo presidio su quelli che possono risultare essere i rischi non trasferiti al mercato assicurativo”.

Attacchi alla sanità. Secondo il Data breach investigation report di Verizon, il 15% delle violazioni di dati a livello globale riguarda le organizzazioni sanitarie. In Italia, in particolare, queste incursioni sono raddoppiate. Il timore è palpabile, dato che entro il 2020 l’80% dei dati del settore potrebbero essere in cloud. Con i timori del caso. “Il rischio cyber non risiede solo nel data breach", ha detto il presidente dell'Aiba. "L’inarrestabile digitalizzazione del processo diagnostico e terapeutico pone in rilievo il grande problema della sicurezza dei pazienti. In ultimo, non sono da trascurare quelli che sono gli effetti del progresso sulla qualità dell'esistenza: l’Istat stima per il 2065 una vita media di 86,1 anni per gli uomini (80,6 oggi) e 90,2 anni per le donne (85 oggi). L’invecchiamento della popolazione è una conquista importante, ma l’allungamento della vita media aumenta il rischio non autosufficienza. Su questo argomento e sulla vertiginosa crescita dei disturbi mentali che secondo l’Oms saranno la patologia più diffusa al mondo nel 2030, il mercato assicurativo deve fare profonde riflessioni”.

Alberto Mazza

http://www.aiba.it