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  • Gap infrastrutturale e assicurazioni in un convegno a Roma

28/04/2019 UN CONVEGNO A ROMA SU INFRASTRUTTURE E ASSICURAZIONI

Il gap infrastrutturale italiano nei confronti dei principali partner europei, le sue cause, ma anche i possibili rimedi sono stati al centro del recente convegno ”Le Infrastrutture materiali: solido pilastro di un processo di crescita”, organizzato a Roma dall’Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito.

Una serie di analisi, approfondimenti e riflessioni cui non è mancato l’apporto degli esponenti del mondo assicurativo. A iniziare da Daniela D’Andrea, Chief executive officer di Swiss Re Italy che, commentando le immagini di un toccante video realizzato dalla sua compagnia e dedicato alla tragedia del terremoto dell’Aquila di dieci anni fa, ha auspicato lo sviluppo concreto di una partnership fra pubblico e privato per fronteggiare i rischi catastrofali, a somiglianza di quanto già sperimentato in altri contesti nazionali.

Dal canto suo Gianluca Venturini Guerrini, Chief executive officer di Aon Benfield Italia, da un lato ha sottolineato la centralità del tema dello sviluppo delle infrastrutture materiali, condizione indispensabile per la crescita di alcuni settori cruciali per il Paese, per esempio il turismo; dall’altro ha evidenziato la necessità di investire con convinzione sulle infrastrutture immateriali, altrettanto fondamentali per uno sviluppo sostenibile, citando il caso del settore dell’energia . Accanto agli investimenti in formazione e conoscenza sono questi, indefinitiva, “ i due assi portanti di una reale solida crescita dell’Italia “.

Una convinzione largamente condivisa da Maria Bianca Farina, Presidente dell’Ania, che in questa veste ha sottolineato il ruolo delle società assicurative, quali collettori e gestori di risparmio, con i propri investimenti per un ammontare considerevole (870miliardi di euro) pari al 50% del Pil italiano e con un orientamento ad accrescere i propri investimenti infrastrutturali.

L’indicatore di tendenza è particolarmente significativo alla luce della diminuzione degli investimenti pubblici, scesi dai 47 miliardi di euro del 2006 ai 34 del 2017. Un fenomeno che certamente non è esclusivo dell’Italia, essendosi manifestato anche nel resto dell’Europa; ma con una differenza fondamentale, perché in Europa la discesa si è arrestata nel 2014, mentre nel nostro paese è purtroppo proseguita. “E’, quindi, da sottolineare”, ha aggiunto Farina, “il fatto che in Ania abbiamo progettato e siamo ormai in fase di costituzione di un Fondo, finanziato dagli assicuratori, dedicato agli investimenti infrastrutturali in Italia”.

Un’attenzione specifica al tema delle infrastrutture materiali è stata infine spesa da Stefano De Polis, Segretario Generale dell’Ivass, che dal suo osservatorio di Authority del settore ha delineato un quadro ricco di criticità, ma anche di opportunità da cogliere. Se da un lato, infatti, è stato ricordato che il peso dell’industria assicurativa continentale sugli investimenti in infrastrutture è relativamente modesto (0,5%, secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili del 2015); dall’altro non può sottacersi il configurarsi sul mercato di nuovi interessanti strumenti finanziari, quali gli Eltif (European long term investment fund) le cui caratteristiche sono state recentemente definite dalla Commissione europea. Si tratta di fondi chiusi specializzati nel finanziamento d’imprese e progetti infrastrutturali che possono investire, sia nel capitale di rischio, sia in strumenti di debito.

Venendo, poi, al legame tra infrastrutture e compagnie assicurative, De Polis ha ricordato come il loro legame sia duplice, “come assicuratrici e riassicuratrici di rischi dei progetti e come investitori nei programmi di finanziamento”. Ma la necessità di uno sviluppo infrastrutturale e di un impegno più consistente del mondo assicurativo italiano sono strettamente legati a ”un ecosistema favorevole e a un grande lavoro di cucitura e coordinamento delle molteplici fasi di realizzazione. E’ necessario puntare a creare un contesto favorevole all’assunzione di impegni a medio e lungo termine  che deve garantire certezze anche rispetto a possibili evoluzioni del quadro regolamentare”, ha sottolineato De Polis, “il maggior uso di strumenti negoziali tra pubblica amministrazione e privati potrebbe far cadere diffidenze e accrescere l’interesse per i progetti infrastrutturali a vantaggio del Sistema Paese”. Un monito da non lasciar cadere nel silenzio!

 

Filippo Cucuccio

Direttore generale Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito