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10/10/2014 STUDIO SDA BOCCONI SUGLI ERRORI MEDICI NELLA SANITÀ PUBBLICA

E' stata presentata nell'Aula Maggiore dell'Università Bocconi di Milano la ricerca L'impatto della Medmal sul bilancio del welfare. Il fenomeno della proliferazione delle cause risarcitorie nella sanità è un capitolo dolente che mette in crisi la risposta del sistema assicurativo. Le compagnie stanno riducendo al minimo la loro presenza nel settore sanitario, anche perchè viene meno la leva della riassicurazione e occorre far fronte agli impegni di Solvency II. Pessimi rapporti sinistri a premi (arrivati addirittura al 380% negli anni scorsi, e comunque al 180% nell'esercizio più recente), chiudono la porta a ogni discorso. Il peggio è che mancano linee guida univoche non tanto finalizzate ad 'alleggerire' le responsabilità del medico, ma che confermino la certezza del diritto e regole precise nella quantificazione del danno. Dal punto di vista dell'assicuratore, allo stato attuale la sostenibilità del rischio sanitario non è praticabile. Fino a ieri mancava anche una ricerca, come quella affidata alla Sda Bocconi, che analizzasse i dati emergenti dalla composita giungla delle aziende sanitarie. A supportare tale ricerca sono quattro fra i principali broker in Italia, Aon, Marsh, Trust Risk Group e Willis, che hanno pure fornito i loro riscontri numerici per costruire un data set sulle richieste di risarcimenti a ospedali italiani, per un totale di oltre 41mila eventi registrati tra il 2001 e il 2012 relative a un campione di strutture sanitarie pubbliche che rappresentano oltre il 50% del panorama italiano. La ricerca, costata due anni di lavoro, consente di registrare i trend emergenti e offrire uno strumento conoscitivo utile alle aziende sanitarie. Sia riguardo alle politiche di gestione e finanziamento dei rischi di responsabilità civile verso terzi, sia nella valutazione dell'impatto economico sul bilancio aziendale. Negli ultimi vent'anni il contenzioso nella sanità è schizzato al 300% a causa, oltre che della longevità della popolazione, dalla presa di coscienza dei propri diritti e dal mutato rapporto medico/paziente. A questi fattori si aggiunge il can can dei mass media a aumentare la pressione. L'incremento astronomico del contenzioso ha messo in crisi la risposta delle compagnie, restie a rispondere con coperture adeguate. In base allo studio mediamente, passano 564 giorni dall'evento dannoso alla richiesta di risarcimento nelle ipotesi di decesso, 597 giorni a seguito di lesioni, 742 giorni in conseguenza di una lesione da parto, 72 giorni per danno; la frequenza ripartita fra le varie specialità è del 20,8% sull'unità organizzativa di chirurgia generale, seguita con l'11,2% da ortopedia e traumatologia, con l'11% da Pronto soccorso, con il 10,2% da medicina generale e con il 6,7% da Ostetricia e Ginecologia. Un'analisi del valore dei risarcimenti valuta il trend crescente dei costi dei sinistri considerati 'catastrofali'. Significativo è il dato relativo all'analisi eseguita sullo storico sinistri dell'area chirurgica e aventi come tipo di danno il 'decesso' dove, a livello nazionale, il trend crescente dei risarcimenti medi è di + 32%: si passa da 469mila euro nel 2012, a 546mila nel 2013, a 617mila nel 2014, con punte fino a oltre 2,3 milioni di euro (+31% negli anni). Inserendo nell'analisi anche il dato dei sinistri riservati (gli importi messi a bilancio per sinistri ancora aperti) si nota una riduzione delle previsioni di crescita, che a livello nazionale passano a un +2%, con una previsione per il 2014 di un valore medio di 401mila euro e picchi intorno a 1,5 milioni di euro. Se ne deduce che ogni scelta di gestione del rischio non può prescindere dall'analisi della sinistrosità complessiva, storica e prospettica di ciascuna realtà sanitaria. La combinazione tra la variabilità del valore dei risarcimenti (in particolare nei picchi) associata alla 'vita lunga' dei sinistri (mediamente denunciati dopo due anni, come si è visto), se da un lato è fra le cause principali dei premi assicurativi elevati e della difficoltà a reperire coperture adeguate, dall'altro dovrebbe far riflettere sulla scelta, che stanno operando ormai molte realtà sanitarie, dell'autoassicurazione, talvolta considerata una soluzione per il contenimento dei costi. Soluzione impropria, perchè i sinistri hanno 'code' che si protraggono nel tempo, mentre lo studio della Sda delinea un valido modello di valutazione per definire politiche di trasferimento dei rischi al mercato assicurativo, oltre che di riservazione a bilancio. Alla presentazione dello studio sono seguiti l'intervento di Grazia Corbello, della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale, e una tavola rotonda molto animata. Protagonisti Walter Bergamaschi, direttore generale della Sanità della Regione Lombardia, Antonia Boccadoro, segretario generale dell'Aiba, Domenico Chindemi, consigliere della Corte di Cassazione, Maurizio Dore, presidente Federsanità della Regione Piemonte, Dario Focarelli, direttore generale dell'Ania, Francesco Ripa di Meana, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, Bruno Zito, direttore generale del dipartimento della Salute della Regione Calabria. Tutti gli interventi hanno condiviso l'urgenza è espressa da Antonia Boccadoro è di arrivare a costituire una 'cabina di regia' che nel mare in tempesta della sanità riesca a operare su dati concreti e coordinati raccolti dalle varie componenti del sistema. Di cui, ovviamente, gli assicuratori sono parte attiva. E non spettatori che subiscono i ritardi e le incomprensioni della politica, come aveva polemicamente detto il direttore generale dell'Ania. di Roberto Lunghi