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  • Conferenza Coface 2018

25/01/2018 RISCHIO-PAESE: LE ELEZIONI ITALIANE NON PREOCCUPANO

Per rischio-paese, l'Italia resta in serie A, anche se in "zona salvezza". Per la precisione in fascia "A3", ultima della categoria "A", che identifica i mercati con un rischio moderato. Un po' meglio va sul fronte delle condizioni in cui operano le aziende: in questo caso, il rating è "A2". A stabilirlo è la guida Risque pays & sectoriels 2018, di Coface, che come ogni anno ha analizzato ai raggi X tutti i paesi del mondo, ma anche i vari settori di business, e che è stata presentata martedì scorso al Palais des Congrès di Parigi nel corso della Conferenza rischio paese 2018.

In particolare, si legge nella guida, il 2017 ha interrotto un lungo periodo di stagnazione e ha evidenziato una ripresa economica che, secondo Coface, proseguirà nel 2018, nonostante si preveda un leggero rallentamento; il trend non è tanto dissimile da quello dell'Europa dove, ha detto Julien Marcilly, capo economista di Coface, "la crescita ha raggiunto un picco nel 2017, ma diminuirà nel corso di quest'anno" (a livello mondiale, invece, si prevede che raggiunga il suo massimo – al 3,2%). Ma torniamo all'Italia, dove – sempre secondo la guida – ci sono ottime notizie anche dal sistema bancario, che ha chiuso il 2017 rinforzato,  anche se il rischio non è del tutto scongiurato. Mentre il debito pubblico resterà, purtroppo, elevato (e questa non è una novità), anche se con tassi di interesse più bassi. Tutto questo mentre incombe l'incognita-elezioni. Un tema, questo, che è anche stato inserito tra i temi caldi alla Conferenza.

Tema caldo, dunque, ma – a quanto pare – non preoccupante. Lo ha fatto chiaramente capire lo stesso Marcilly, che ha ridimensionato anche i possibili impatti del cosiddetto "populismo" nel nostro, ma anche in altri paesi. Questo o quello per me pari sono, sembra di capire. Una posizione confermata dal pubblico del Palais des Congrès, chiamato a un voto elettronico istantaneo sul rischio principale da tenere in considerazione per il 2018 dell'Europa: solo poco più del 5% dei partecipanti, in gran parte francesi, ha scelto le elezioni italiane come rischio top; l'appuntamento di marzo stato preceduto dagli effetti della Brexit (68% circa), dalle controversie fra Polonia e Unione Europea (16%) e dalle tensioni fra Spagna e Catalogna.

C'è invece un rischio politico che preoccupa molto gli analisti di Coface: quello dei paesi emergenti. L'indice di rischio identificato per quest'anno è del 71% per l'Iran e del 65% per il Libano, seguito, con percentuali leggermente inferiori, da Russia, Algeria, Brasile e Messico. Alto anche il coefficiente dell'Arabia Saudita (65%), per motivi, però differenti: dipende, infatti, soprattutto dalla volatilità del prezzo del petrolio.

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