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16/04/2014 FORMAZIONE INTERMEDIARI/5

Fino al 14 marzo scorso, l'Ivass ha messo in pubblica consultazione sul proprio sito (www.ivass.it) lo schema del nuovo Regolamento sui requisiti professionali degli intermediari assicurativi e riassicurativi. Iomiassicuro.it ha raccolto le valutazioni delle associazioni di agenti, broker e dei rappresentanti dei consumatori: per Konsumer Italia parla il presidente Fabrizio Premuti.Come valutate i contenuti dello schema di Regolamento?'Va detto, per prima cosa, che arrivare finalmente a una regolazione di quella che stava diventando una giungla formativa è un atto di responsabilità, prima ancora che l'esecuzione di un preciso impegno normativo di attuazione dell'articolo 22, del decretolegge 18 ottobre 2012. Parlo di atto di responsabilità perchè, anche se la stragrande maggioranza degli intermediari è cosciente che formazione e aggiornamento sono tra i vantaggi competitivi che si hanno a disposizione, non ci stupisce che alcuni possano ritenerlo un'inutile perdita di tempo, e che quindi a tale obbligo normativo rispondano con scorciatoie che poco e nulla hanno di formativo, e men che meno di aggiornamento professionale. Soprattutto in presenza di un'offerta spesso basata sul pressappoco a causa di una concorrenzialità al ribasso dei corsi di formazione, senza alcuna attenzione ai contenuti. Quindi bene arrivare a definirne i contorni e le caratteristiche, e altrettanto bene è rendere maggiormente elastiche alcune obbligazioni puntando più ai contenuti e meno alle formalità'. Quali sono, secondo voi, le novità più importanti del nuovo Regolamento?'La maggiore in assoluto è sicuramente l'attenzione posta agli enti che erogano la formazione: l'introduzione della certificazione di questi enti rappresenta finalmente il passaggio dal pressapoco alla professionalità, forse renderà i corsi un pò meno competitivi dal punto di vista economico, ma garantirà un aggiornamento basato sulla qualità dei formatori e dei programmi, a tutto vantaggio del fruitore finale che è il consumatore: un'attenzione che, credo, non sia sfuggita a Ivass. Quello che condivido meno è che questo requisito non sia richiesto in caso di aggiornamento: quest'ultimo è solitamente dedicato a novità normative o contrattuali che di fatto rappresentano una prima presa di contatto da parte dell'intermediario, quindi molto vicine al concetto di formazione e proprio in quanto novità meno familiari anche a chi ne somministra le informazioni e nozioni. Se certificazione deve essere, che lo sia indistintamente per la formazione e per l'aggiornamento quando questi non sono somministrati direttamente degli intermediari e dalle imprese relativamente alle proprie reti distributive'.Quali aspetti, in tema di formazione e aggiornamento, si potevano ulteriormente implementare?'Capisco la ratio del Regolamento, che porta necessariamente a richiamare concetti e leggi inerenti la materia assicurativa, ma è anche vero che nella fase formativa si preparano intermediari e operatori di call center a interfacciarsi non solo con aziende ma anche con consumatori: ebbene, un richiamo nella formazione al Codice del consumo, alle norme che regolano, anche molto severamente, alcuni rapporti tra professionista e consumatore a volte sconosciuti anche ai primi, forse si potrebbero considerare. Avere anche nella formazione esperti che possano integrare il Codice delle assicurazioni ad alcuni passi del Codice del consumo gioverebbe molto all'intero sistema. Inoltre, per l'esperienza che ho, non condivido affatto che per gli operatori di call center si possa ritenere concluso il percorso al 50% delle obbligazioni temporali imposte ad altri intermediari. L'operatore di call center non ha il contatto diretto con il consumatore, non ha l'ausilio di una storicizzazione del rapporto, ha maggiore frequenza nei casi di criticità insorgenti, avrebbe bisogno di un percorso formativo molto più approfondito e stringente: temo, per questa sola categoria, che la flessibilità nell'equiparazione dei sistemi di somministrazione della formazione tra aula e distanza possa portare a una ulteriore dequalificazione degli operatori, con conseguenze che impattano su trasparenza e consapevolezza assai critiche'. di Antonio Barbangelo Per maggiori informazioni visita il sito: www.konsumer.it