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  • Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Presidente dell'Ania Maria Bianca Farina

10/07/2019 ANIA: MERCATO SOLIDO, MA NEL 2018 UTILI IN CALO PER LO SPREAD

Anche nel 2018 l’industria assicurativa italiana ha svolto un ruolo centrale nell’economia del nostro Paese. Lo ha sottolineato la presidente dell’Ania Maria Bianca Farina, all’assemblea annuale dell’Ania, che compie quest’anno il 75esimo. L’’evento è stato celebrato alla presenza delle più alte cariche dello Stato, i presidenti della Repubblica Sergio Mattarella, del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e del Consiglio Giuseppe Conte. Era presente anche il presidente dell’Ivass, Fabio Panetta. “I nostri conti pubblici sono in ordine”, ha sottolineato Conte, “e la significativa riduzione degli spread ne è la prova”.

Premi in crescita, utili in calo. Nel 2018 la raccolta premi complessiva delle imprese italiane è stata di 135 miliardi di euro, con un incremento del 3,2% rispetto al 2017. Al risultato hanno contribuito sia il settore vita (102 miliardi, +3,5%), sia i rami danni (33 miliardi, +2,3%). A questi premi si devono aggiungere quelli raccolti dalle imprese europee che operano in Italia, pari a 13 miliardi nel vita e a 5 miliardi nel danni.

Gli investimenti degli assicuratori italiani hanno superato gli 840 miliardi di euro, pari a quasi il 50% del Pil: i titoli di Stato italiani sfiorano il 40% circa del totale, e rappresentano il 15% dell’intero stock in circolazione.

Nel 2018 il settore ha conseguito utili netti per 4 miliardi di euro, il 30% in meno rispetto ai quasi 6 miliardi del 2017; il calo ha essenzialmente riguardato il settore vita, in seguito alle rettifiche di valore contabilizzate sui titoli.

La solidità del mercato. “La solidità dell’assicurazione italiana è attestata da indici di solvibilità di assoluta sicurezza, anche nel confronto internazionale”, ha sottolineato Farina, “a fine 2018, infatti, il capitale disponibile era oltre due volte quello richiesto. Lo Stress Test svolto a livello europeo lo scorso anno ha confermato la capacità delle nostre imprese di far fronte a scenari avversi anche molto severi. I risultati del 2018 confermano ancora una volta la fiducia degli italiani verso il risparmio assicurativo, che è arrivato a rappresentare il 17% della ricchezza finanziaria totale delle famiglie italiane”.

I problemi della rc autoLa presidente dell’Ania ha ricordato il calo dei prezzi rc auto in atto da alcuni anni, ma ha invocato una revisione organica della normativa. “Dal 2012 sono scesi del 25%, mentre le distanze territoriali si sono ridotte di circa il 40%”, ha ricordato Farina, “nello stesso periodo, è fortemente diminuita anche la differenza rispetto al premio medio dei principali Paesi europei. Si tratta di andamenti molto positivi dovuti alla forte concorrenza fra le imprese, alla presenza crescente della telematica, dove l’Italia è al primo posto nel mondo, e al calo delle frodi, peraltro ancora troppo diffuse. Su quest’ultimo tema, l’Ania ha promosso un Osservatorio che dovrebbe garantire risultati tali da tradursi in benefici sensibili sui prezzi dell’intera utenza”.

“Questo nostro impegno dovrà necessariamente accompagnarsi a una revisione organica della normativa rc auto, oggetto fin qui di troppe e non sempre coordinate modifiche”, ha sottolineato però Farina, “una revisione che, da un lato, torni a valorizzare i principi fondanti della funzione svolta dalla rc auto e, dall’altro, tenga conto dei cambiamenti avvenuti e delle prospettive del sistema di mobilità: auto con guida assistita e autonoma, nuove forme di utilizzo del leasing, del noleggio a lungo termine e il crescente fenomeno dello sharing. Per evitare poi che ogni sforzo di riforma possa essere seriamente depotenziato negli impatti, non potrà non tenersi conto della necessità di dare assetto definitivo e stabile alla materia del risarcimento del danno alla persona”.

Le sfide del settore. “La crescita del 3,9% registrata nel 2018 dai rami danni non auto non elimina il sensibile gap di protezione assicurativa che caratterizza il nostro Paese”, ha sottolineato Farina, “rendendolo più fragile e, quindi, meno competitivo nello sviluppo. È essenziale e indifferibile, dunque, mobilitare, come già avviene in ogni Paese sviluppato, tutte le risorse disponibili sia a livello finanziario che di competenze”. Farina ha richiamato le aree in cui il settore assicurativo invoca maggiori spazi e offre le proprie competenze: previdenza integrativa, salute, catastrofi naturali, non autosufficienza, cyber crime.

 

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